L’abbiamo descritta e raccontata ai tempi della peste, nei secoli passati, ma oggi? A volte, così deserta , senza macchine né persone, è bellissima ma inquietante. Ricordo che durante il terremoto del 1997 avevano addirittura chiuse le antiche porte di legno delle mura della città per non far entrare nessuno. Questa volta non le hanno chiuse, ma la città è abbastanza desolata e smarrita. Tutti i negozi e le attività con le serrande abbassate,, eccetto farmacie e alimentari, le case per la maggior parte vuote, I B&B e gli alberghi abbandonati. La paura e la diffidenza si leggono negli occhi lasciati scoperti dalle mascherine delle pochissime persone che si incontrano a distanza. I nostri figli a casa, in questo tempo sospeso, avvolti nel loro mondo digitale, forse se la stanno cavando meglio di noi più grandi, anche se a volte ci interrogano, hanno bisogno di essere rassicurati. La città viveva sul turismo, se va bene se ne riparlerà il prossimo anno. Nel frattempo avremo i poveri sempre più poveri, chi li ha intacca i propri risparmi, i ricchi rimangono ricchi. Ce la faremo, resisteremo? Le nostre esistenze sono cambiate.’La vita è un miracolo, non sprecatela nel consumismo. Se volete essere felici , trovate il tempo di vivere’. Già, trovare il tempo di vivere….. Così esorta Pepe Mujica, il presidente più grande. Sicuramente stiamo consumando molto meno, stavamo esagerando, vedremo se poi faremo finta di niente. Questa amministrazione non è stata fortunata, nel 2016 il terremoto, ora questo Virus maligno. Ha un compito immane da affrontare, occorre buon senso , solidarietà, coraggio, capacità di progettare qualcosa di nuovo. E’ difficile, ma dobbiamo coltivare la passione della speranza, intesa come apertura al futuro. Aiutarci e aiutare chi ha bisogno. La speranza è il filo che ci sostiene nonostante le nostre fragilità.